mercoledì 31 agosto 2011

Battles - Gloss Drop

Stavo mentalmente preparando un post su quest'album. Sarebbe iniziato con una introduzione al math-rock, tentando di spiegarne origini e caratteristiche, per poi concentrarsi sui Battles e sull'album in oggetto, fino alle canzoni migliori. Uno zoom perfetto.
Intanto mi trovavo alla Fnac, nel reparto Alternative (etichetta sempre più discutibile, ma tant'è) e stavo esercitando quella forma di masochismo che consiste nel verificare se un prodotto acquistato da un'altra parte lì lo avremmo pagato meno, quando vedo una bambina e un bambino che si attaccano alle cuffie dei CD in ascolto. La bambina avrà avuto dodici anni, il maschietto meno. Sbircio curioso. Ripeto: ero nel reparto Alternative, dove uno si aspetta che un ascoltatore di musica poco scafato si perda di fronte a nomi del tutto sconosciuti. E nel mio immaginario una bambina di dodici anni è un ascoltatore poco scafato, poi non si sa mai, da qui la curiosità.
La colonnina a cui si attaccano ha come primo album proprio Gloss Drop dei Battles, quello che io ho in mano. "Guarda un po'", mi dico.
La bambina indossa le cuffie e sta un po' ad ascoltare. Io continuo a spiare la scena. Dopo un po' scoppia a ridere e passa le cuffie al maschietto dicendogli:
"Ascolta 'sta roba! Sembra musica dell'orrore!!!"
Il maschietto ascolta per qualche secondo con lei che lo incalza "Hai sentito? Hai sentito", poi lei incrocia il mio sguardo e mi metto a ridere.
Con lo stesso atteggiamento di chi ha commesso una marachella i due si danno di gomito poi scappano via come fulmini, mollando le cuffie a penzolare dalla colonnina.

A 'sto punto la recensione pedante che volevo fare va a farsi benedire. Mi limito a riportare i punti che stavo mettendo in ordine:
  • Il math-rock è un post-rock spigoloso ed essenzialmente strumentale. Ritmi dispari (11/8, 13/8..., robe così), basso, chitarra e tastiere a tessere trame complesse e precisissime. Cerebrali. Fredde. Tipo architettura di vetro e acciaio cromato.
  • Con questo album i Battles si sono un po' ammorbiditi e si sono avvicinati ad una specie di forma-canzone abbandonando l'autoreferenza del genere per usarlo come base su cui poggiare il cantato.
  • Niente che si possa trasmettere sotto l'ombrellone in spiaggia comunque.
  • Ci sono, come ospiti cantanti appunto, la meravigliosa Kazu Makino dei Blonde Redhead e, udite udite, Gary Numan (un plauso e una senile pacca sulle spalle tra coetanei a chi se lo ricorda).
  • Migliore canzone Sweetie & Shag (quella con la Makino…, sono di parte)
  • L'album è molto bello.