sabato 19 maggio 2012

Albion live

L'Italia, abbiamo già detto, è una repubblica fondata sui cognati. In subordine sugli amici, e questo perverso familismo ha strutturato un paese traghettato dall'economia agricola al capitalismo con la stessa gretta attenzione a parenti e cugini, amici ed amici degli amici. Dovremmo quidi essere di nuovo in difficoltà a parlare di musica fatta da amici, non fosse che anche stavolta la musica è veramente buona. Loro sono gli Albion, trio capitanato dall'amico Radu ( è piemontese, non rumeno), all'anagrafe Corrado Ferri, con cui ci conosciamo da tempi così lontani che nemmeno riusciamo a datarli (potrebbe essere il liceo, l'altroieri quindi...). La  formazione è con 2 chitarre e percussioni e la proposta è una dotta rivisitazione di brani del folk-rock inglese anni 70 fatta con estremo gusto nella selezione (Radu dj-eggia con profitto e si sente), senza incanaglirsi alla ricerca della perla perduta (non c'è un'oscura b-side dei Carol of Harvest nè vengono stracciate le palle dell'ascoltatore con una suite degli Incredible String Band in fase malaticcia) e senza nemmeno cedere all'ovvia produzione pedissequa dello standard arcinoto. Insomma, la scaletta riserva piacevoli sorprese senza ingarbugliarsi in scelte cerebrali. E,  ad ulteriore merito, comprende svariati brani di loro produzione, forse poco omogenei (si spazia da Nick Drake a Country Joe and The Fish) tutti garbati e gradevoli. Insomma il concerto fila via liscio e gradevole, ed uscendo ti viene voglia di andare a riprendere l'ascolto di Strawbs, Dando Shaft e quel disco di Richard Thompson che non sentivi da anni.