La decisione tutto sommato è saggia, ci risparmia quei penosi trascinamenti di star imbolsite che scimmiottano i sé stessi di 30 anni prima di cui il panorama musicale è fin troppo saturo.
Da un certo punto di vista, più emotivo che razionale, si prova un dispiacere legato alla fine di qualcosa che ci ha accompagnato in gioventù (e che quindi segna, semmai ce ne fosse ulteriormente bisogno, la fine ufficiale della propria gioventù), ma pure la definitiva conferma che canzoni come quelle che i R.E.M. hanno scritto vent'anni fa, i R.E.M. non le scriveranno più. È solo una conferma, perché in effetti album come Life's rich pageant o Murmur non li facevano più da un bel po' di tempo, ma ora pure la speranza di un tardivo colpo di coda targato R.E.M. svanisce del tutto. Certo, si può sperare in qualche exploit solista di Stipe; Buck o Mills, ma non sarebbe la stessa cosa, si dirà.
Beh, in caso di dipartite mi viene sempre da salutare e  ringraziare per quanto mi è stato dato. Qui fortunatamente di morti non si parla, ma lo faccio lo stesso:
"Ciao ragazzi, grazie di tutto.
E a voi lo posso dire: buon proseguimento!"
Tra gli italiani di Barbey.
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Fino all'11 gennaio 2026 si possono incontrare a Torino gli italiani degli *Anni 
Sessanta, *così come poteva vederli Bruno Barbey, un giovane fotografo 
f...
1 settimana fa
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
