venerdì 11 giugno 2010

Alan Sorrenti - Aria

Già, Alan Sorrenti, proprio lui. Quello di Figli delle stelle e Tu sei l’unica donna per me. Vabbè, per averlo davvero presente forse occorre avere qualche pelo grigio ormai, dato che stiamo parlando dei suoi più grandi successi e che risalgono al 1977 e 1979.
Quelle due canzoni lo consacrarono forse per sempre ad autore di canzoni pop da juke-box (esistevano dei cosi così ai tempi, che tu infilavi una monetina e potevi fare suonare un disco. Un 45giri, una canzone insomma) e il fatto di incarnare perfettamente una certa estetica disco-pop anni ’70 lo ha relegato a protagonista di serate amarcord o a rappresentazione allegra dei “come eravamo”.
Difficile quindi sospettare che il buon Alan fosse stato capace di cose eccelse.
E invece.
Il suo disco di esordio, Aria (1972), è sorprendentemente bello, complesso, audace e sofisticato. Il brano omonimo è una suite di oltre 19 minuti che ai tempi del vinile occupava l’intera prima facciata. Lo scaffale in cui inserire questo brano è quello del progressive, ma fortunatamente (per i miei gusti) siamo abbastanza lontani da certe evocazioni fantasy-medievaleggianti che normalmente caratterizzano questo tipo di musica. A farla da padrona in questo brano è la voce, utilizzata virtuosamente come strumento espressivo in modo quasi incredibile. Il paragone più immediato è sicuramente all’inarrivabile Tim Buckley.
Le musiche invece, pur mantenendo una loro originalità, sono più dalle parti dei Van Der Graaf Generator o, per restare più vicini, alla PFM delle Impressioni di settembre.
Date queste coordinate comunque l’ascolto di un pezzo così è in grado dare emozioni tutte sue, arrangiato e suonato magnificamente da ottimi musicisti (Jean Luc Ponty, violinista anche al servizio di Frank Zappa, Albert Prince al piano, e alle percussioni un certo Antonio Esposito che non si faceva ancora chiamare Tony) e come dicevo vocalizzato magistralmente dallo stesso Sorrenti.
Il resto dell’album, pur rimanendo ottimo, è di tono leggermente inferiore. Tre canzoni di durata media, più rilassate e più orientate alla tradizione folk e sinfonica, con sempre la voce a farla da padrona.

Questo disco mi pare che sia stato recentemente rimasterizzato, o comunque si trova abbastanza facilmente a prezzi decenti. Se vi capita dategli una chance, se la merita.

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