Innanzitutto gli autori sono Danger Mouse e Sparklehorse.
Il primo è un personaggio eccentrico come è quasi normale (bell’ossimoro, vero?) che siano certi artisti. Il suo debutto sulle scene , quello che l’ha reso di colpo famoso, è stato The Grey Album, disco prodotto come mashup tra il White Album dei Beatles e The Black Album di Jay-Z.
Bianco+Nero=Grigio, voilà.
Peccato che alla EMI siano piuttosto sensibili al tema Beatles e che mal tollerino chiunque faccia uso non autorizzato della loro gallina dalle uova d’oro. Allora ne è nata una di quelle dispute piuttosto tipiche e delicate in cui la potentissima major blocca la distribuzione di un disco che però in questo modo riceve molta più pubblicità di quanto avrebbe mai potuto sperare e quindi più successo e boomerang per la major e grane per il musicista, però una certa fama e rispetto underground e così via.
Sparklehorse è invece un personaggio decisamente tragico. Nel ’96, durante una tournee con i Radiohead (non ancora famosissimi) si rifilò una bella strippata di valium, alcool e eroina nella sua stanza di albergo e perse conoscenza per 14 ore schiacciandosi le gambe con il proprio corpo (sto provando a immaginare cosa voglia dire questa frase che ho preso da wikipedia, ma faccio un po' fatica... Il meglio che mi viene è una posizione inginocchiata e piegata in avanti. Terribile...). Finì anche in coma e al risveglio rischiò di perdere l’uso delle gambe e rimase su una sedia a rotelle per 6 mesi.
Durante quel periodo di depressione gli amici gli fecero ascoltare un sacco di musica e pare che sia proprio durante questi ascolti che fu folgorato dal Grey Album e che sia nata l’idea della collaborazione che ha portato a questo disco, che sarà poi di fatto il suo ultimo lavoro.
Nel marzo di quest’anno si è infatti suicidato con un colpo alla testa.
Lo dicevo che la vicenda era tragica.
Comunque, tornando a momenti più ameni, per la produzione dell’album il duo Danger Mouse+Sparklehorse si è avvalso della collaborazione di autentici pezzi da 90 del mondo indie, musicale e non solo, riuscendo a coinvolgere nientepopodimenoche:
- James Mercer (The Shins)
- I Flaming Lips
- Gruff Rhys (Super Furry Animals)
- Jason Lytle (Grandaddy)
- Julian Casablancas (The Strokes)
- Frank Black (The Pixies)
- Iggy Pop
- Nina Persson (The Cardigans)
- Suzanne Vega
- Vic Chesnutt
- Scott Spillane (Neutral Milk Hotel e The Gerbils)
- David Lynch
David Lynch (sì, proprio il regista) ha collaborato girando alcuni video delle canzoni, creando un centinaio di immagini a corredo del CD e mettendo la voce su un paio di brani (non ho la più pallida idea di quale sia il rapporto che lega il regista con i 2 personaggi autori del disco, ma deve essere piuttosto intenso, dato che si tratta non propriamente di un cameo).
Tutti gli altri artisti ci hanno messo la voce e/o hanno collaborato alla produzione dei brani, per cui non è stupefacente apprendere che nell’imminenza della sua pubblicazione venisse già indicato come evento musicale dell’anno (almeno in un certo ambiente).
Non è finita, però, perché alla EMI quella storia dell’album grigio devono essersela legata al dito, per cui, poco prima della pubblicazione, in base a qualche cavillo legale (i dettagli, che io sappia, non sono mai stati divulgati dalle parti in causa) riescono a bloccarne l’uscita.
Immancabilmente tutti quanti tornano a interpretare i loro ruoli: il pubblico grida allo scandaloso ennesimo sopruso della Spectre-EMI e parteggia per gli artisti imbavagliati i quali a loro volta, oltre all’ennesima dose di pubblicità insperata (a questo punto viene il dubbio, però), pubblicano lo stesso il CD, perché il lavoro grafico di Lynch vale davvero la pena, ma invece del CD vero inseriscono un CD-R vuoto con l’indicazione di farne quel che si vuole (e l’implicito suggerimento di scaricarsi gli mp3 da internet, che da qualche parte si trovano… e registrarselo sopra, alla facciazza della major). Questa trovata, manco a dirlo, ha un irrazionale successo e l’oggetto va presto esaurito e diventa un cult.
Poi alla fine, luglio 2010, qualcosa si sblocca e l’album viene pubblicato, con buona pace di tutti.
Tranne che del povero Mark Linkous (aka Sparklehouse) che nel frattempo, ma non certo per questa vicenda, si è tolto la vita.
Comunque, tornando a momenti più ameni, per la produzione dell’album il duo Danger Mouse+Sparklehorse si è avvalso della collaborazione di autentici pezzi da 90 del mondo indie, musicale e non solo, riuscendo a coinvolgere nientepopodimenoche:
- James Mercer (The Shins)
- I Flaming Lips
- Gruff Rhys (Super Furry Animals)
- Jason Lytle (Grandaddy)
- Julian Casablancas (The Strokes)
- Frank Black (The Pixies)
- Iggy Pop
- Nina Persson (The Cardigans)
- Suzanne Vega
- Vic Chesnutt
- Scott Spillane (Neutral Milk Hotel e The Gerbils)
- David Lynch
David Lynch (sì, proprio il regista) ha collaborato girando alcuni video delle canzoni, creando un centinaio di immagini a corredo del CD e mettendo la voce su un paio di brani (non ho la più pallida idea di quale sia il rapporto che lega il regista con i 2 personaggi autori del disco, ma deve essere piuttosto intenso, dato che si tratta non propriamente di un cameo).
Tutti gli altri artisti ci hanno messo la voce e/o hanno collaborato alla produzione dei brani, per cui non è stupefacente apprendere che nell’imminenza della sua pubblicazione venisse già indicato come evento musicale dell’anno (almeno in un certo ambiente).
Non è finita, però, perché alla EMI quella storia dell’album grigio devono essersela legata al dito, per cui, poco prima della pubblicazione, in base a qualche cavillo legale (i dettagli, che io sappia, non sono mai stati divulgati dalle parti in causa) riescono a bloccarne l’uscita.
Immancabilmente tutti quanti tornano a interpretare i loro ruoli: il pubblico grida allo scandaloso ennesimo sopruso della Spectre-EMI e parteggia per gli artisti imbavagliati i quali a loro volta, oltre all’ennesima dose di pubblicità insperata (a questo punto viene il dubbio, però), pubblicano lo stesso il CD, perché il lavoro grafico di Lynch vale davvero la pena, ma invece del CD vero inseriscono un CD-R vuoto con l’indicazione di farne quel che si vuole (e l’implicito suggerimento di scaricarsi gli mp3 da internet, che da qualche parte si trovano… e registrarselo sopra, alla facciazza della major). Questa trovata, manco a dirlo, ha un irrazionale successo e l’oggetto va presto esaurito e diventa un cult.
Poi alla fine, luglio 2010, qualcosa si sblocca e l’album viene pubblicato, con buona pace di tutti.
Tranne che del povero Mark Linkous (aka Sparklehouse) che nel frattempo, ma non certo per questa vicenda, si è tolto la vita.
Ah già, il disco, com’è?
Come prevedibile: molto bello ed eclettico. In tale varietà di teste pensanti è inevitabile trovare dei momenti meno gradevoli, ma il complesso rimane sempre comunque molto, molto alto.
Personalmente trovo bellissime l’iniziale Revenge (te pareva, è quella con i Flaming Lips, dei quali sono un noto piccolo fan), la saltellante Little Girl, Everytime I’m with you e Grim Augury (in cui compare Vic Chesnutt, personaggio dal destino non molto distante da quello di Sparklehorse e di cui posso dirmi anche di lui piccolo fan, un po’ più mestamente dei Flaming Lips, però).
A questo punto non so se sia l’evento musicale del 2010, forse ormai si sono spese troppe chiacchiere e vicende, però è un gran bell’album. Vale davvero la pena.
Questo l'elenco dei brani con le collaborazioni:
1. "Revenge" (featuring The Flaming Lips) – 4:52
2. "Just War" (featuring Gruff Rhys) – 3:44
3. "Jaykub" (featuring Jason Lytle) – 3:52
4. "Little Girl" (featuring Julian Casablancas) – 4:33
5. "Angel's Harp" (featuring Black Francis) – 2:57
6. "Pain" (featuring Iggy Pop) – 2:49
7. "Star Eyes (I Can't Catch It)" (featuring David Lynch) – 3:10
8. "Everytime I'm with You" (featuring Jason Lytle) – 3:09
9. "Insane Lullaby" (featuring James Mercer) – 3:12
10. "Daddy's Gone" (featuring Nina Persson) – 3:09
11. "The Man Who Played God" (featuring Suzanne Vega) – 3:09
12. "Grim Augury" (featuring Vic Chesnutt) – 2:32
13. "Dark Night of the Soul" (featuring David Lynch) – 4:38
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