I Blonde Redhead sono Kazu Makino, chanteuse giapponese (almeno di origini), sexy come un sospiro di Jane Birkin, e due gemelli italiani (ma canadesi-americani di adozione in tenera età) che suonano e talvolta cantano anche loro (uno di loro, ma son gemelli…).
Sono in giro dall’ormai lontano 1993 e questo è il loro ottavo album.
Anche loro hanno subito nel tempo una netta metamorfosi tra quelle che furono le attitudini iniziali piuttosto rumorose (epigoni dei Sonic Youth, li avevano definiti) e i successivi ammorbidimenti pop.
Quest’ultimo album sancisce infatti definitivamente una deriva verso lidi melodici che era già iniziata qualche album fa, ma che ora appare definitivamente compiuta.
Melodie soffici e orecchiabili, la voce di Kazu, un tempo troppo acuta per qualcuno, ha guadagnato un po’ di profondità, le tastiere e l’elettronica la fanno da padrona, mettendo da parte chitarre e batteria analogica, accenni di ballate e splendidi arrangiamenti, in bilico tra suggestioni anni ’80 (a volte ricordano certe sonorità dei Pet Shop Boys) e sofisticato dream-pop.
Splendido disco da viaggio, in questo periodo di (troppi) viaggi in macchina, riesce a riempirmi i panorami autostradali di tinte tenui e colorate cullandomi, a volte pericolosamente, con le sue atmosfere delicate e coinvolgenti.
Qui sotto un video con un brano di questo album, tanto per farvi un’idea:
Io l'ho visto giocare.
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5 settimane fa
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