Qualche giorno fa stavo facendo la spesa in uno sfigatissimo Dìperdì di San Salvario, uno di quei luoghi abitualmente inquinati da una musica che non evolve dall'essere solo sottofondo. Spesso poi è solo una radio mainstream accesa, con il solito dj ritardato, il bollettino del traffico e l'ultimo singolo di Marco Carta. Quando si è proprio fortunati almeno il volume è basso, o il brusio dei clienti copre gli altoparlanti. Mentre ravanavo tra sughi pronti e robiole dagli altoparlanti, inattesa e sempre meravigliosa, si diffonde “Lullaby” (dei Cure, casomai qualcuno avesse dubbi e se ne avete ascoltatela). Sobbalzo per la piacevole sorpresa, come se avessi visto un ghepardo in Via Madama Cristina. La magnificenza di uno dei migliori singoli della ditta Smith e coll. ad allietare la perlustrazione di scaffali di pasta e detersivi. Non si potrebbe chiedere di meglio, infatti mi sono subito incantato ad ascoltare, eppure... Eppure qualcosa stonava. C'è qualcosa di inconciliabile tra la sinuosa ed ammaliante Lullaby (letteralmente “ninna-nanna”) ed un non-luogo, anonimo e vuoto, come un supermercato. Va bene sentire una melodia conturbante che induce una fascinazione ipnotica, evoca amplessi incantati (“his arms are all around me and his tongue in my eyes”, la lingua negli occhi, nientedimeno...), tensione e mistero mentre scegli la polpa di pomodoro? “Signore, c'è il 3x2 sui pelati!” e intanto “the spiderman is having you for dinner tonight". Non si incastra bene, vero? Malissimo, direi. E' stata la prima volta che Lullaby, alla fin fine, mi ha dato fastidio. Allora poniamoci il problema: che musica va bene in un supermercato? Non certo una musica attraente o raffinata, infatti nessuno si sogna di mettere Glenn Gould o Rachmaninoff al parcheggio dell'Ipercoop. Stai facendo acquisti, stai scegliendo che dentifricio comprare al bambino, non hai certo tempo per il Clavicembalo ben temperato o per la Sinfonia del Nuovo Mondo. La scelta è allora musica che non incanti, che resti sfondo sonoro e non colonna, che arredi senza proporsi, quindi anonima ed in quanto tale inutile se non sgradevole. Ma a questo punto, non sarebbe meglio il silenzio? Come diceva il buon Moni Ovadia (ma ho il forte sospetto che l'idea originale fosse di Adorno) andiamo sempre più verso una società che aggiunge (opzioni, sensazioni, stimoli) e sarebbe invece bello cominciare ad avere un'estetica del togliere. Sentiamo musica nei negozi e nel metrò (non parlo dell'ascolto in cuffia che escludendo il resto del mondo toglie anziché aggiungere), in banca, in spiaggia e sul posto di lavoro – con esiti nefasti, vedi qui – non rendendoci conto che alla musica buona, così facendo, facciamo un affronto. Chi propone per il Dìperdì i Cure o i Van Der Graaf Generator o i Calexico o chi diavolo volete, insomma qualunque cosa ascoltiate con dedizione, li sta degradando, negando la nobiltà della musica non-classica. Allora Lullaby continuerò ad ascoltarla, a subirne la ombrosa malìa, tutte le volte in cui potrà essere protagonista, nell'ipod o in autoradio o in casa mia. Ascoltarla la dove abitualmente dimorano Giusy Ferreri o Richard Clayderman è solo portarla al livello di questi ultimi e se anche i Cure sono stati di certo sopravvalutati, non si meritano tanto.
Io l'ho visto giocare.
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un certo punto ho "sentito" che ero vicino al luogo dove morì Gigi Meroni,
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5 settimane fa
poveri Cure. prima vengono dileggiati sull'influentissima web-zine lalbumbianco, poi li mettono in sottofondo al supermercato.
RispondiEliminaora fondo un gruppo a sostegno su feisbuk
comunque questo mi ha fatto venire un'idea alla brian eno: voglio scrivere "music for supermarket!
RispondiEliminaSei mai stato alla Coop?
RispondiEliminal'alienazione completa dell'essere, psiche e mente risucchiati negli autoparlanti e poi subito risputati e ricomposti in ordine sparso, modellati pero' da una nuona illuminante consapevolezza...la coop sei tu! E' tutto cio' che conta! La coop sei tu! E lo sarai sempre, la tua nuova identita' ti dara' sicurezza nella vita anche quando l'alzaimer non ti permettera' piu' di conoscere il tuo nome...
Anni di analisi caro Marco fino a quel giorno... E cosi' carrello pieno di cazzate e tu aspirato e risputato fuori le casse!
Pensavo d'ora in poi di andare al di' per di' ma....
Che tristezza voglio entrare nei supermercati cantando a squarcia gola "SU DI NOI" DI PUPO!!!