Se c'è qualcuno che ha rivalutato il ruolo del bel canto in un epoca ipertecnologica questo è proprio l'inquietante Antony Hegarty, ben supportato dai suoi vagamente goticheggianti Johnsons. Anche in virtù del troppo breve ma intensissimo concerto con l'orchestra del Regio, avevo deciso che uno dei loro album sarebbe entrato nella mia top ten, ma il tempo e l'indecisione sono stati tiranni e non ho saputo scegliere prima dei botti di Capodanno. Allora, addentriamoci in questo nuovo decennio con un primo atto di non-definizione, quasi di scarico di repsonsabilità. Sceglietelo voi quale è l'Antony migliore sinora. Il primo omonimo, embrionale e melodico, con le ballate sepolcrali di
Rapture e
River of Sorrow? il secondo, l'arcinoto "I am a bird now", inserito pure da "Repubblica" (che ci ha copiati) nei candidati a disco del decennio, con le accelerazioni di
Hitler in my heart o
Cripple and the starfish? O, perchè no, il più meditato "The Crying Light" con le piccole gemme di
Kiss my name e
Epilepsy is dancing? Fate voi, io non so scegliere.
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