È la voce a farla da padrona in questo CD, e John Grant (ex leader degli Czars, ma io francamente non li conoscevo), la voce ce l'ha davvero bella. Calda, pulita, intensa.
E le canzoni, pur essendo solo canzoni e pure piuttosto melodiche, sono davvero belle e non banali.
Ai primi ascolti mi sono accorto di essere sempre timoroso per la scivolata nell'ovvio, a dire "adesso se ne viene fuori con la soluzione facile da canzonetta", e invece riesce sempre a mantenersi un pelo al di là, oltre i confini dello scontato.
Poi i riferimenti ci sono, ci mancherebbe, ogni tanto fanno capolino certe atmosfere prog anni '70, ma solo ogni tanto, poi certo cantautorato moderno, tipo Rufus Wainwright o Antony and the Johnsons.
Alle spalle, agli strumenti, ci sono i Midlake, band texana con cui Grant ha condiviso alcune date del tour facendo da spalla nei concerti.
Pare che siano stati incantati dalle sue esibizioni soliste e che avrebbero considerato un delitto non fargliele incidere come si deve.
E per quanto mi riguarda hanno avuto ragione da vendere.
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