Questa in effetti è per stomaci abbastanza pelosi.
Racconta di quando in RAI c’erano ancora delle oasi di servizio pubblico, quando almeno ogni tanto si riusciva a fare ancora cultura e a tentare di diffonderla al pubblico.
Si parla del 1981 e allora in Radio 3 ebbero la magnifica idea di “fotografare” un vero atto creativo, così invitarono nientemeno che Robert Wyatt chiedendogli di passare una settimana negli studi di registrazione a Roma per fare quello che lui sa fare meglio: comporre musica.
Wyatt arrivò con solo qualche idea in testa, ma nulla di veramente preparato e si mise all’opera. Questo CD, pubblicato non molto tempo fa, raccoglie i risultati di quell’esperimento.
Esperimento riuscitissimo, ma si intenda: esperimento vero e proprio. E sperimentale è appunto il tipo di musica che viene presentato. Per chi conosce Wyatt stiamo a metà fra The End of a Ear e Rock bottom. Per chi non lo conosce, sono 44 minuti di musica molto particolare, frammenti sovrapposti e iterati, giochi armonici e melodici alle tastiere, giochi di nastri e effetti applicati a voci e qualsiasi tipo di strumento, c’è il tema da colonna sonora (L’albero degli zoccoli, stupenda) e il classico del jazz (Billie’s Bouncie di Charlie Parker rielaborato in un doppio scat sfigurato), c’è la leggendaria e meravigliosa scuola di Canterbury (nei primi tre brani soprattutto), ma soprattutto c’è il musicista, l’Autore da solo con i suoi strumenti alle prese con il vagare rincorrendo il proprio impulso creativo.
Io l'ho visto giocare.
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5 settimane fa
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