martedì 29 giugno 2010

Scaruffeide

Allora, alzi la mano chi non ha mai letto una recensione di un disco su internet. Che sia su quotate pagine culturali o su qualche oscuro blog  di qualche oscuro figuro (questo, ad esempio), il ricorso al www per conoscere l’ultima novità di ambient croato o per sapere se vale la pena anche solo di scaricare la centesima raccolta degli Stones, l’abbiamo fatto tutti. E surfa che ti surfa, oltre agli approdi più canonici (last.fm, myspace, e similia) talvolta il destino spinge il server un qualche luogo virtuale ameno o comunque curioso, che magari adesso organizzeremo nella sidebar. Un sito cui invece si è invariabilmente indirizzati con una frequenza inquietante è il leggendario scaruffi.com, dell’omonimo Scaruffi Piero. L’ansia che assale l’internauta melomane più avveduto deriva dal fatto che se digitate qualunque, ripeto, qualunque nome, dai Green Telescope a Ed  Banger and the Nosebleeds, dagli Holy Modal Rounders a Letizia e la Band, il link a scaruffi.com c’è sempre. E non è un link a vuoto. Non esiste gruppo, solista, musicista, artista di strada, corista, session man su cui lo Scaruffi nazionale non abbia detto la sua, sovente con distruttiva severità. Come una maestrina incazzata Scaruffi dispensa voti, sovente gravemente insufficienti, senza guardare in faccia nessuno, rifilando impietoso a molti monumenti della musica critiche feroci e accordando risicate sufficienze a veri capolavori (opinione personale, quindi fallace, ok?). Per contro, esalta con peana smodati lavori discutibili di artisti che forse non passeranno alla storia (i Royal Trux, ragazzi!), si spella le mani gridando al capolavoro imperdibile per album che non sorpassano il primo ascolto, ma questa, forse, è solo la sua originalità di fronte al mio conformismo poppeggiante. Ora, lo confesso, io con Scaruffi ho un problema personale, e, sia chiaro, lui non ce l’ha con me. E avere un problema con qualcuno che non conosci, è grave. Primo, abbiamo dei gusti simmetrici, nel senso che ogni disco che mi lascia in deliquio, che alberga nella mia top ten, che è in cima ai miei sogni,  è da lui invariabilmente condannato  alla mediocrità, spesso con il corredo di pesanti rampogne. Tanto per dare un idea ecco i voti assegnati alla mia top ten da isola deserta
Siouxsie and The Banshees - Twice upon a time (non recensito ma di Siouxsie il nostro dice “Dark-punk's most overrated artist, Siouxsie has left behind very few compositions that deserve to be remembered.” Ammazza...)

REM - Automatic for the people (5)
XTC - Oranges and lemons (6.5)
Billy Bragg - Talking with the taxman about poetry (6)
Zebda - Essence ordinare non recensito
Van der Graaf Generator - Pawn hearts (8)
Robyn Hitchcock - Black snake diamond role (7)
Clash - London Calling (7)< Pogues - If I should fall from grace with god (6,5) Byrds  - Mr tambourine man (6) Icicle Works - Icicle works (non recensito) L’altro problema è la smodata invidia che nutro per lo Scaruffi medesimo. Innanzitutto vorrei avere la sua stessa prosopopea, vorrei non essere sfiorato dal penoso esercizio del dubbio al momento di assestare stilettate feroci, ma soprattutto vorrei riuscire a fare tutto quello che fa lui. Dal suo sito si estrapola una biografia per punti (chi diffidasse vada a  controllare a http://www.scaruffi.com/service/iabout.html) che recita testuale:
piero scaruffi, poeta, scienziato, storico della conoscenza e libero pensatore, e` anche:
* scienziato cognitivo
* scrittore
* poeta<
* storico musicale
* storico cinematografico
* commentatore politico
* artista visisvo
* consulente software
Ora, non so voi, ma io faccio fatica ad a buttare giù 4 righe per questo blog, riesco a sentire bene solo un paio di dischi al mese e spesso la sera crollo sul divano prima che siano le dieci e magari i miei cari mi segnalano pure di non avermi visto molto ultimamente
Mi chiedo, allora, ma come farà Scaruffi a fare tutte ’ste cose? Dove trova il tempo e le energie? Ma in parallelo mi chiedo anche, più semplicemente, come fa a disprezzare Siouxsie e i Chumbawamba e a stracciare (5/10) “Automatic for the people”? e a venerare i Royal Trux? Non ho risposte per nessuna di queste domande. Me ne torno al nostro modesto casalingo blog, alla Siouxsie di Kaleidoscope, agli XTC che adoro in blocco, a Nightswimming e Find the river. E mi rendo conto che sto benissimo così.

1 commento:

  1. Lo Scaruffi è sicuramente uno dei personaggi più dibattuti e discutibili del mondo musicale, almeno per quanto riguarda noi italiani.
    Ha i suoi gusti (adora i Rolling Stones, detesta i Beatles, per dire) e il suo approccio: per lui vale molto di più l’innovazione (anche fine a se stessa) che la resa estetica (da qui i Royal Trux valutati 9 -che per lui è un voto astronomico- e il 7 di The Queen is dead).
    Io ho pure un suo libro, Una storia della musica rock (notare l’articolo indeterminativo), una gigantesca carrellata su tutta la storia del rock vista attraverso il suo approccio.
    Tutto discutibile ma anche non privo del suo fondamento.
    L’unica cosa che proprio non riesco a giustificargli è il considerare fondamentali certi personaggi i cui dischi li avranno ascoltati completamente sì e no in 100 persone e invece trascurabili altri dal successo planetario che qualunque futuro musicista ha ascoltato migliaia di volte.
    Ma poi adora Captain Beefheart, allora un po' si spiega: pure lui è un simpatico mattacchione.

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