martedì 16 marzo 2010

Grant Lee Buffalo - Fuzzy

Parliamo del 1993 negli USA. E se nel 1993 eri americano e facevi rock, ma non indossavi camicie di flanella a quadrettoni non andavi tanto lontano.
Questo disco in effetti non è andato tanto lontano, non tanto quanto suoi ben più illustri coevi grunge che però facevano la cosa giusta al momento giusto ed ebbero un successo planetario, talvolta del tutto meritato, altre volte meno. Ma così è che vanno le cose.
Eppure questo disco, a quasi 20 anni dalla sua pubblicazione, appare per certi versi ben più fresco ed attuale di quelli. Sempre che vi piaccia il genere, s’intende.
Il genere di cui parliamo è rock che più classico non si può: 4/4, chitarre elettriche e acustiche, strofa-ritornello-strofa, perfino qualche assolo e pure le tastiere. Roba “muffosa” si sente dire.
Però ogni volta che mi ritrovo ad ascoltarlo non riesco a non trovarlo quasi perfetto. 11 canzoni bellissime, tra cui la magnifica Fuzzy che da sola varrebbe un intero album, ma l’elenco delle belle canzoni comprende pure The Shining Hour, Jupiter & Teardrop, The Hook, Stars’N’Stripes, Wish You Well, Dixie Drug Store e l’anomala (rispetto al resto dell’album) Grace.
Nell’ottica del “disco da regalare” questo figura nella categoria “niente che ti apra a nuove dimensioni, ma è abbastanza sconosciuto e forse non ce l’hai ancora”. Per quanto mi riguarda è il disco ideale da viaggio in macchina, rilassato e senza troppe asperità, ma comunque piacevolissimo.
Michael Stipe lo nominò il miglior album di quell’anno, e con questa sua dichiarazione, dopo quella su Vic Chesnutt, incomincio a considerare il suoi consigli ancora meglio della sua musica.

1 commento:

  1. disco bellissimo, anche se preferisco il successivo mighty joe moon...

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