Peter Hammill è uno che non lascia indifferenti, o lo si adora o lo si detesta. Troppo connotate le melodie, troppo peculiare la voce, troppo drammatici i testi per una grigia indifferenza. Per chi lo adora, come chi scrive, l'unica buona ragione per non andarlo a sentire é la paura che il tempo ne abbia incrinato la voce, la verve, la lucidità, ma è un rischio che non ci si può esimere dal correre. Ed eccoci allora al teatro di Borgomanero, con mezzo litro di Vespolina a scaldare il sangue dalle nebbie del Sesia, pronti a rivedere questo attempato signore inglese, con la chioma bianca e sempre più magro. All'ingresso qualche volenteroso ha tradotto i testi delle canzoni che probabilmente Hammill eseguirà e sul foglietto sono segnate sia Refugees che Man-Erg, cavalli di battaglia dei Van Der Graaf Generator. In un teatro semivuoto la mia attesa si fa fortissima. E lui, con i suoi 61 anni, non delude. La carrellata su 40 anni di carriera comincia al pianoforte, con Just good friends, molto più intima fatta con soli voce e piano e si snoda su e giù per i suoi tantissimi album. Solo dopo un bel po' arriva la prima del nuovo album Thin Air, Mercy, e dopo mezz'ora Hammill passa alla chitarra. Peccato che il cavo della chitarra faccia le bizze, e con grande flemma Hammill torna al piano per altre chicche (su tutte A way out e A better time)
Al momento dei saluti non ha eseguito nè Refugees nè Man-Erg e ci offre un solo bis. Ma è una versione da brivido di Vision, che trovate qui sotto (audio discutibile, fonte ignota), che ci lascia incantati.
"I'll never find a better time to be alive than now", canta Peter. E viene quasi da credergli, anche senza Vespolina.Al momento dei saluti non ha eseguito nè Refugees nè Man-Erg e ci offre un solo bis. Ma è una versione da brivido di Vision, che trovate qui sotto (audio discutibile, fonte ignota), che ci lascia incantati.
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