mercoledì 30 dicembre 2009

MdD(abo) #9: working for a nuclear free city - id. (2006)


Playlist perfetta per un dancefloor fluttuante nello spazio psichedelico, l'esordio del quartetto di Manchester proietta un vero e proprio arcobaleno di rimandi stilistici legati agli ultimi vent'anni. La base è quel madchester sound ecstatico che scaturì dai primi impulsi dell'elettronica di Detroit, unita al gusto per i muri sonori propri dello shoegaze britannico post Jesus&Mary Chain (shoegaze=sguardo fisso alle scarpe=chitarristi che danzano tra decine di pedalini per effetti). Si passa poi per la gruveria grassa e i bassi ciclici da primi Chemical Brothers (Innocence, Troubled Song, Dead Fingers Talking) e ci si immerge in un ambient lisergico à la Helios (Pixelated Birds, The 224th Day). E poi ancora si spargono scintille di Charlatans, Primal Scream, Spiritualized. E neppure manca la ballatina da un minuto e mezzo che si abbozza a casa dopo due notti passate al rave (Home, splendente). La voce galleggia eterea e confusa nel morbido magma sonoro. E così ecco alla fine un caleidoscopio onirico per nightclubbers intimisti che non rivela nulla di nuovo, ma che assemblato in questo modo fa quasi gridare ad un miracoloso colpo di genio, e contribuisce a rivitalizzare la scena indietronica dell'ultimo periodo. Dolci, dolcissime pulsazioni e messaggi d'amore sconfinato.

Ps
Ecco una traccia rappresentativa del loro mood. Il pezzo non è però di quest'album.

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