Quadretto emotivo: si rotola lungo un lieve declivio erboso, sotto un cielo azzurro e luminoso, ridendo spensierati, mentre qua e là paffute pecorelle prendono il sole, e uccellini variopinti cinguettano la loro allegria, e lontano le campane del paese battono a festa, e da qualche sparuta nuvoletta bianca e cicciottella cori di puttini intonano le canzoni di Twin Cinema...ehm, no...forse sarebbe bene mantenere un maggior distacco, nel parlare di questo disco. E allora ecco qualche richiamo stilistico: Beatles, XTC, Prefab Sprout, B52s, Supertramp, Waterboys, Blur, Pogues, Felt, Microdisney, Rem, Madness, Bowie à la Ziggy, Joan Baez... ancora troppo, eh? Ok, allora ecco qualche accenno tecnico: due chitarre, pianoforte, basso e batteria, voce maschile e voce femminile, un bel suono live, doppie voci, controcanti e coretti a profusione, arrangiamenti semplici, melodie aperte e articolate su armonie generose, strutture mai pigre, beat in un lineare quattro quarti, oppure ternari, oppure scherzosi e irregolari (come in Jackie Dressed In Cobra, o in The Jessica Numbers). La terza prova del gruppo canadese si traduce in quattordici canzoni, molte grandi, alcune splendide. Pop magistrale, colorato di folk o di rock vecchio stile, con ritornelli memorabili (Sing Me Spanish Techno,
Use It, Twin Cinema), finali epocali alla Hey Jude (The Bleeding Heart Snow), anthem folk (Broken Breads), cavalcate sixties (Star Bodies) e...uff, basta, tanto non lo posso nascondere: per me questo disco è indimenticabile.
Mamma mia che bello, anche ascoltato in cuffia sul treno. hai ragione, Abo, ci sono un sacco di suoni "familiari" qui, fa' un po' l'effetto piacevole di andare in un ristorante ristrutturato e ammodernato e scoprire che cucinano ancora benissimo. grazie della segnalazione!!
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