Ok, questa è l'età. Questo è un disco che segnalo perchè ho varcato i 40, perchè passo i sabati sera in casa, perchè più passa il tempo più amo il silenzio. E diciamolo pure, questo album a 25 anni mi avrebbe annoiato a morte. Eleni Karaindrou è una compositrice greca, nota per le colonne sonore dei film di Anghelopoulos (Eternity and a Day, Ulysse's Gaze, The Beekeeper, The Weeping Meadow). E' anche la moglie di Antonis Antypas, regista teatrale, e proprio per un allestimento "casalingo" delle Troiane di Euripide, la Karaindrou ha composto quest'opera ricalcando nella struttura i canti delle tragedie greche. Abbiamo quindi cori, stasimi, canti di ingresso e di uscita del coro (parodoi ed exodoi). Insomma, non esattamente quello che c'era nei dischi dei Pearl Jam o degli UB 40.
L'approccio musicale della Karaindrou (che ha studiato etnomusicologia e si sente) è però molto ampio e moderno, usa abbondantemente strumenti non strettamente ellenici ma di origine turca o araba (il ney o il bendir) e compone melodie che nascono dalla musica folk greca, balcanica, mediorientale quasi a creare una "musica del mediterraneo del sud" e che poco devono alla musica classica in senso stretto. I testi sono ovviamente incomprensibili, il libretto ne offre una traduzione in inglese assolutamente inutile perchè i singoli brani convogliano a meraviglia il dolore e la disperazione delle donne e la profonda istanza anti-bellica di Euripide riverbera nella drammaticità della musica. Anche questo, come la Abbuehl, non un ascolto da autoradio ma da poltrona. Avere 40 anni vuole spesso dire figli, responsabilità, mutui, ma se vuol dire poter apprezzare album come questo, allora va benissimo.
L'approccio musicale della Karaindrou (che ha studiato etnomusicologia e si sente) è però molto ampio e moderno, usa abbondantemente strumenti non strettamente ellenici ma di origine turca o araba (il ney o il bendir) e compone melodie che nascono dalla musica folk greca, balcanica, mediorientale quasi a creare una "musica del mediterraneo del sud" e che poco devono alla musica classica in senso stretto. I testi sono ovviamente incomprensibili, il libretto ne offre una traduzione in inglese assolutamente inutile perchè i singoli brani convogliano a meraviglia il dolore e la disperazione delle donne e la profonda istanza anti-bellica di Euripide riverbera nella drammaticità della musica. Anche questo, come la Abbuehl, non un ascolto da autoradio ma da poltrona. Avere 40 anni vuole spesso dire figli, responsabilità, mutui, ma se vuol dire poter apprezzare album come questo, allora va benissimo.
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