giovedì 24 dicembre 2009

MdD #7 (Marco), Emiliana Torrini, Fisherman's Woman


Emiliana, Emiliana, meravigliosa creatura. Che delicatezza, che sensibilità, quante sfumature di colore in quella voce eterea! Sono di parte? Sì, assolutamente sì, per cui non fidatevi, questa non è critica ma venerazione. Adoro Emiliana Torrini per la voce, ma non è solo per quello (ce n'è svariate nel mondo) che impazzisco. E' per i modi, per la ritrosia (quando è sul palco sembra quasi che si scusi di essere lì), per il suo esser anti-diva (confrontatela con la conterranea Bjork), per il coraggio insito nel fare al debutto covers di voci un po' più, ehm, affermate di lei (a 19 anni confrontarsi con Joni Mitchell, Stevie Wonder, Tom Waits, Lou Reed vuol dire avere, scusate la finezza, due palle tante). Dopo Merman, splendido esordio del decennio scorso (in cui alcune composizioni originali si mescolano a covers splendide di Chelsea Morning, I hope that I don't fall in love with you, Stephanie Says e altre) e dopo Love in the time of science, in cui volgeva al pop elettronico - da qui due meravigliose gemme, Tuna Fish e Unemployed in Summertime - ecco Fisherman's Woman, ecco un'altra svolta, questa volta acustica. Con alcuni musicisti talentuosi, la Torrini offre una serie di gemme delicatissime, la cui poetica intimista si rivela sia dagli arrangiamenti minimali sia da testi quasi gozzaniani nella loro semplicità disarmante ("the phones are off the music's on/nothing brings me down/home alone and happy/nothing brings me down"). L'atmosfera generale del disco è di delicatezza tutta femminile; che si parli di attesa del marito lontano - la title-track - o di amori persi (Today Has Been Ok, forse il momento più alto dell'album) o di vita vissuta (Heartstopper). Per la leggerezza, la leggiadra semplicità con cui la Torrini canta di tristezze e drammi interiori ricorda i compianti Nick Drake e Sandy Denny (e scusate se è poco), di cui peraltro esegue una bella cover, Next Time Around. Sempre in questo decennio è uscito un altro album ancora della Torrini, Me and Armini, bellissimo anch'esso, più eclettico, in cui compaiono percussioni in evidenza, strumenti elettrici e aggeggi elettronici. La racconteremo, ma è un altra storia.

2 commenti:

  1. Deliziosa Emiliana (chissà come lo prounciano questo italianissimo nome, lassù tra ghiacci e vulcani).
    Questo è l'album con cui l'ho scoperta pure io e per me rimane ancora il più bello.
    Me and Armini è invece una delle nostre hit familiari. Jungle Drum (ribattezzata dai bambini "Racatuncia", per l'onomatopea del ritornello) è nella top ten delle preferenze, per quanto, francamente, abbia un testo che manco i Ricchi e Poveri...

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  2. una domanda ed una conferma.
    domanda: il primissimo, Merman, l'hai sentito? veramente bello..
    la conferma: anche a casa mia Jungle drum va fortissimo, solo che si chiama "Rocotòm". meravigliose le assonanze tra di noi!

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